Numismatica Ranieri > Auction 18Auction date: 4 November 2023
Lot number: 390

Price realized: 150 EUR   (Approx. 161 USD)   Note: Prices do not include buyer's fees.
Lot description:


MODENA
Rinaldo d'Este, 1706-1737. Mezzo Ducato 1729.
Ag gr. 11,40
Dr. RAYNALDVS I - MVT REG D XI MLI. Busto corazzato a d., con lunga capigliatura; sotto, 1729. Rv. S CONTARDVS AESTENSIS - PROTECTOR. San Contardo, in abito da pellegrino, seduto verso s. su una roccia in atto di pregare; sullo sfondo, veduta della città; sotto, 80.
CNI 123/25; Ravegnani 3a; MIR 832/4.

Difetti nei campi.Buon BB.

Moneta da 4 Lire (e quindi da 80 Bolognini) detta anche mezzo ducato o pezza da 4. I coni erano stati ricevuti il 15 maggio di quell'anno da Roma dove erano stati ordinati ad Ottone Hamerani, incisore della zecca pontificia sotto Clemente XII. Contardo d'Este, nato a Ferrara nel 1216 e morto il 16 aprile 1249 a Broni, laico, è il Patrono dei pellegrini e come tale viene raffigurato. Secondo tradizioni non confermate da documenti sarebbe appartenuto a Casa d'Este, fratello di Beatrice II. Quando papa Urbano VIII nel 1628 estese il culto di Contardo agli Stati Estensi, il Santo venne effigiato sulle monete e venerato come compatrono di Ferrara.

Starting price: 100 EUR

Match 1:
Numismatica Ranieri > Auction 18Auction date: 4 November 2023
Lot number: 391

Price realized: 120 EUR   (Approx. 129 USD)   Note: Prices do not include buyer's fees.
Lot description:


MODENA
Rinaldo d'Este, 1706-1737. Giorgino 1728.
Mi gr. 1,84
Dr. RAYNALDVS I MVT R D 1728. Busto drappeggiato a d. Rv. S GEMIN - PRO M. San Geminiano, con pastorale, genuflesso, in atto di pregare.
CNI 137/139; Zocca 132; Ravegnani Morosini 6; MIR 836/1.

Raro. Argentatura ancora intatta. Buon BB



Starting price: 120 EUR

Match 2:
Numismatica Ranieri > Online Auction 17Auction date: 24 April 2024
Lot number: 122

Price realized: 800 EUR   (Approx. 855 USD)   Note: Prices do not include buyer's fees.
Lot description:


RETEGNO
Antonio Teodoro Trivulzio, 1676-1678.


Mezzo Filippo stretto 1676.
Ag
gr. 13,61
Dr. •THEODORVS•TRIVL•S•R•I•ET•VAL•MISOL•PRIN. Busto drappeggiato e corazzato a d., con Collare del Toson d'oro sul petto; sotto, nel giro, •1676•.
Rv. COM•MVSOCHI•X•BARO•RETEN [...]•XIV•ET•C. Stemma con i tre volti coronati ed il motto: •VNICA• - •MENS•.

CNI 40/46; Ravegnani Morosini MIR 903.
Molto Raro.
Minimo graffietto insignificante nel campo. Buon BB
Il borgo di Retegno venne assegnato alla famiglia Trivulzio il 2 gennaio 1654 quando, con il "Diploma di Ratisbona", l'imperatore Ferdinando III, come premio per i servigi resigli, concesse al Cardinale Gian Giacomo Teodoro Trivulzio, Retegno ed il vicino villaggio di Bettola in baronia imperiale attribuendogli anche il titolo di principe ed il diritto di battere moneta o meglio, come si deceva allora, "con facoltà di punzone e crogiolo".
I Trivulzio erano nel novero delle famiglie nobili milanesi già nel XII secolo. Nel Cinquecento erano Signori di Casalpusterlengo, di Castellarquato, di Codogno, di Gattinara e di Musso, Conti di Mesocco, Marchesi di Vigevano, di Lecco e di Castelnuovo, Principi della Valle Misolcina e Principi del Sacro Romano Impero.
Il Cardinale Gian Giacomo Teodoro affidò il progetto della zecca all'architetto Leon Battista Barattieri, progettista che andava per la maggiore in quel periodo, ma non riuscì a vederne completata la costruzione in quanto morì nel 1656.
La Zecca coniò le prime monete nel 1676 e riportavano l'effige di Ercole Teodoro (1656-1664), figlio del Cardinale.
A quell'epoca il valore della moneta era dato, essenzialmente, dalla quantità di metallo nobile (oro o argento) in essa contenuto. Per tale motivo la moneta di Retegno era considerata tra le "buone" dato che il "doppio Filippo" del 1676, portante da un lato l'immagine del principe Ercole Teodoro e dall'altro i tre volti fiancheggiati dal moto di famiglia "Unica Mens", vantava un titolo di argento pari a 948 parti su mille.
Per la pregevole fattura, le monete d'oro e d'argento coniate nella zecca di Retegno sono paragonabili a quelle dei Visconti di Milano e dei Gonzaga di Mantova. Gli zecchieri e gli incisori di Retegno meritano di esser ricordati sia per le loro doti artistiche, che per il fatto di aver fatto circolare in tutto il mondo il nome di Retegno con le loro incisioni tra cui dal 1676 al 1682 Giovanni Battista Brusasorzi, con Collare del Toson d'oro sul petto; sotto, nel giro, 1676.

Starting price: 800 EUR

Match 3:
Numismatica Ranieri > Auction 18Auction date: 4 November 2023
Lot number: 674

Price realized: 10,500 EUR   (Approx. 11,270 USD)   Note: Prices do not include buyer's fees.
Lot description:


VENEZIA
Pasquale Cicogna Doge LXXXVIII, 1585-1595. Bolla in argento pieno.
Ar gr. 26,60 mm 33,5
Dr. S•M•VENET• (lungo l'asta) DVX - PASC•CICONIA•. San Marco, stante verso s., tiene con la mano d. il vessillo e con la s. il Vangelo aperto; a d., il doge, regge il vessillo con entrambe le mani. Rv. PASCALIS / *CICONIA* / *DEI•GRA* / *DVX* / VENETIAR / *ET* / *C*.
Legenda disposta su sette righe.



Pochi esemplari conosciuti. Patina di antica collezione. SPL

Le bolle in metallo prezioso meritano un'indagine a parte, sia perché al pregio della materia corrispose una particolare cura esecutiva, sia perché furono preparate con sistemi diversi dai sigilli plumbei. L'uso di bolle auree fu del tutto eccezionale e riservato ai documenti cui si annetteva speciale importanza, diretti a grandi personaggi, istituti o cancellerie statali, volendo essere anche il simbolo della potenza e del prestigio di chi le emetteva. Da antichi inventari si apprende che furono numerose, ma il valore intrinseco del metallo che le componeva fu causa della loro dispersione. Nei documenti infatti le formule di corroborazione menzionano espressamente la presenza di bolle auree o argentee ma, in molti casi, tali menzioni ne costituiscono l'unico ricordo. A tal proposito basti ricordare che durante il dogado di Michele Steno sono state rilasciate per certo ventinove bolle d'oro (e la lista non è completa). Fulvio Bonati Savorgnan d'Osopo, in una sua memoria del 1966, rende noto che la sua famiglia, per meriti verso la Serenissima, ne ha ricevute dieci dai seguenti dogi: Antonio Venier, Michele Steno, Leonardo Loredan, due di Antonio Priuli, quattro di Giovanni Corner ed una di Domenico Contarini; naturalmente non sono sopravvissuti né i documenti, né le bolle. La prima menzione di una bolla d'oro emessa dalla Cancelleria dogale appare in una carta aureo sigillo impressa del doge Pietro Ziani per Michele I Comneno, nell'anno 1212. Successivamente l'uso delle bolle d'oro si ampliò: conferimenti di feudi, privilegi di cittadinanza, concessioni di pensioni ai capitani benemeriti, privilegi a città e comunità nel tempo della loro dedizione a Venezia, ecc. Non sono a conoscenza di quando iniziò l'uso dell'argento per le bolle, la più antica che ho trovato (fotografata, appartenente alla collezione Messedaglia, oggi perduta), risale al dogado di Pietro Lando (1539 - 1545). Non escludo che, dopo un'attenta ricerca archivistica, se ne possano trovar menzionate altre più antiche; ad ogni modo ritengo che l'oro sia stato il primo metallo prezioso impiegato, poiché tale uso deriva dalla Cancelleria imperiale bizantina (basti pensare che già nel 992 Pietro II Orseolo aveva ottenuto una bolla d'oro dagli imperatori Basilio e Costantino). La prima bolla d'oro veneziana conosciuta risale al dogado di Pietro Gradenigo (1289 - 1311), esistente all'Archivio Nazionale di Parigi. Il Gamberini asseriva la presenza di una bolla d'oro di Enrico Dandolo al British Museum di Londra, purtroppo, dopo attente ricerche, questa affermazione è risultata priva di fondamento. Veniamo ora al metodo di produzione di queste bolle in metallo prezioso: mentre i sigilli plumbei venivano improntati con forte pressione fra due matrici (per mezzo di torchio o tenaglia), i sigilli d'oro e d'argento sono formati quasi sempre da due lamine, impresse con una speciale matrice. Eccezionalmente si trovano bolle massicce di metallo pieno, per lo più risalenti al secolo XVI. Le due lamine non vengono saldate, ma fermate l'una contro l'altra per mezzo dei margini ripiegati ad incastro sulla lamina circolare che costituisce il bordo della bolla. Lo spazio all'interno così creato non rimane vuoto, ma viene riempito da materiale inerte (un impasto a base di cera); quest'ultimo, essendo all'interno della bolla, è pure attraversato dalle cordicelle che passano per i due fori presenti nella lamina di metallo che costituisce il bordo dell'oggetto. Uscite dalla bolla, le funicelle (che nelle bolle d'oro e d'argento sono eleganti cordoncini di filo d'argento e fiocchi di seta rossa e d'oro) solitamente si uniscono formando una bella nappa, con la funzione di impedire alla bolla di scivolare via, separandosi dall'atto.

Starting price: 5000 EUR

Match 4:
Numismatica Ranieri > Auction 18Auction date: 4 November 2023
Lot number: 24

Price realized: 375 EUR   (Approx. 402 USD)   Note: Prices do not include buyer's fees.
Lot description:


NAPOLI
Ferdinando IV (I) di Borbone, 1759-1816. Medaglia 1799 opus Conrad Heinrich Kuchler.
Æ gr. 60,06 mm 48,2
Dr. FERDINAN IV D G SICILIAR ET HIE REX. Busto corazzato del Re a d.; sotto il busto, C.H.K. (medaglista di origine fiamminga). Rv. Veduta di Napoli con Castel S. Elmo, nella rada vascello inglese, in primo piano due gruppi di persone; sulla s. le milizie della Santa Fede capitanate del Cardinale Ruffo, inseguono i giacobini in fuga verso d.; sopra, una Vittoria alata che dà fiato ad una tromba e sorregge un medaglione con il ritratto dell'Ammiraglio Nelson; intorno al ritratto, la legenda: OR. NELSON DUCA BRONTI; in esergo, PER MEZZO DELLA DIVINA PROVVIDENZA DELLE / DI LUI VIRTU' DELLA FEDE & ENERGIA DEL SUO POPOLO / DEL VALORE DE' SUOI ALLEATI ED IN / PARTICOLARE GL' INGLESI GLORIOSTE / RISTABILITO SUL TRONO / LI' 10 LUGLIO 1799.
Ricciardi 59; D'Auria 61.

Rara. SPL

Per il Re Ferdinando IV ristabilito sul trono dopo la sconfitta della Repubblica Napoletana.

Starting price: 250 EUR